L’alibi della burocrazia borbonica che blocca tutto anche il PNRR

Sul PNRR, quel coso là, quel piano nazionale che dovrebbe salvare l’Italia post Covid, pesa come una spada di Damocle la capacità della Pubblica Amministrazione di operare presto e bene. Ne prende atto lo stesso PNRR nel quale c’è scritto papale papale ( pag 44) che “esistono norme estremamente articolate e complesse stratificate nel tempo in maniera poco coordinata e spesso conflittuale”. Quindi la realizzazione del piano potrebbe essere ostacolato o vanificato da una burocrazia infingarda e pre – moderna e dall’esistenza di norme che configgono fra loro.

Cos’è la burocrazia e perché non è borbonica
Per burocrazia, letteralmente “il potere degli uffici”, si intende l’obbligo della Pubblica Amministrazione della realizzazione dei fini pubblici individuati dalle istituzione con provvedimenti normativi ( leggi, decreti ecc) o regolatori (regolamenti, circolari, ordinanze ecc).
Spesso tutto questo è condito dall’aggettivo “borbonico”, perchè una burocrazia inefficace ed inefficiente non può che essere borbonica. Ciò si verifica principalmente quando la politica è debole oppure è debole ed incompetente. Allora in questo caso si affida ai demiurghi che in genere sono burocrati di grande e grosso spessore che poi si troveranno a scontrare con la burocrazia da cui provengono ma soprattutto si trovano invischiati da una rete di norme che ne impediscono perfino un ordinario funzionamento. Leggi che finchè vigono non possono essere ignorate dai soggetti delle pubbliche amministrazioni, i quali firmano un atto solo se tutto è perfetto ed in regola con tutte le formalità previste e prescritte. Il funzionario che oggi prendesse una decisione magari di buon senso incorrerebbe in una serie di reati a partire dall’abusato abuso d’ufficio la cui segnalazione magari proviene dal collega con il quale va a prendere il caffè, usando la delazione anonima, chiamata ora più romanticamente in inglese, Whistleblowing come è d’uopo anche se il Regno Unito è sortito dalla Comunità Europea.
Ma nell’attribuire l’inefficienza alla burocrazia perché di matrice borbonica, si commette un errore di utilizzo di un solito luogo comune senza aver fatto alcuna verifica, anche superficiale. La burocrazia borbonica, formata da valenti uomini professionalmente eccellenti, era, nel contesto in cui c’erano i Borbone, molto efficiente e l’aver avuto per circa un decennio dei re francesi, Giuseppe Bonaparte e Giacchino Murat, le cose migliorarono ulteriormente per l’adozione del modello francese. L’istallazione del telegrafo in tutte le province inoltre permise la comunicazione celere ed univoca di disposizioni dal centro alla periferia e di richieste dalla periferia al centro.
L’impianto della PA italiano sostanzialmente è quello sabaudo piemontese esteso unilateralmente dappertutto nel 1861, data della proclamazione del Regno di Italia. Essa si fonda sul formalismo giuridico. Non a caso qualcuno suggerì di non assumere più laureati in legge nei ministeri, ma solo esperti informatici e di organizzazione aziendale.



Un esempio per tutti.
Sono circa vent’anni che è stato deciso il raddoppio della linea ferroviaria sul versante adriatico, ma non si riesce a farla per motivi vari, fra cui la tutela di una specie di passero che nidifica nei pressi di Falconara marittima, oppure l’istituzione dei treni ad alta velocità da Salerno in giù, verso Lecce da una parte e verso Trapani dall’altra. Se ne parla anche qui da un ventennio e si ripropone con il PNRR.
Un esempio dell’efficacia dei Borbone. Prendiamo la costruzione del primo treno italiano: sulla tratta Portici – Napoli di cui si servì Garibaldi per fare il suo ingresso trionfale a Porta Nolana..
L’idea della ferrovia era partita nel 1836, i lavori cominciarono l’8 agosto del 38 ed il 4 ottobre dell’anno successivo, nel 1839 fu inaugurato il primo tratto da Portici-Granatello fino a Napoli¬ – Porta Nolana. In soli tre anni la ferrovia, una cosa mai fatta in Italia fu ideata e realizzata e tenendo conto dei mezzi tecnici e della mentalità di allora, fu un tempo assolutamente brevissimo. Qualche anno dopo la linea fu prolungata fino a Nocera ed a Salerno; nel 1840 fu aperta al traffico la Napoli-Caserta e si progettò la realizzazione di una rete per collegare con strade ferrate tutte le regioni meridionali. Progetto che non potè essere realizzato per avvenuto decesso del regno.
La PA ha bisogno di regole per evitare soprusi ed arbitri

La necessità che la Pubblica Amministrazione abbia regole certe fu individuata già a Max Weber nel 1920 in Economia e società’ – pubblicato postumo. La “burocrazia” è un unico “modo” razionale di gestire qualunque tipo di “potere”, e non devono travalicare il confine dei propri compiti – che e’ quello di dare attuazione professionale agli ordini dei propri vertici. Weber individua una patologia grave proprio nel pericolo che il potere amministrativo si sostituisca al potere del Parlamento, sfruttando la sua superiore preparazione e continuità professionale rispetto ai vertici politici. Weber descrive il rapporto ottimale fra politici e funzionari, pensando al modello inglese. La pubblicità dell’amministrazione, ottenuta attraverso un effettivo controllo del Parlamento, e’ ciò che si deve richiedere come condizione preliminare ( crf EticaPA ).
Poi c’è il problema degli atti normativi

Soppressione di “leggi inutili”
Nel febbraio 2009 l’allora ministro della semplificazione, dicastero creato ad hoc per risolvere il problema, Roberto Calderoli, annunciò di aver soppresso 29000 leggi inutili, il cui mantenimento costava 2.000 euro all’anno, per un risparmio totale che sarebbe ammontato, affermò Calderoli, senza dimostrarlo comunque, a 58.000.000 di euro l’anno. Per un maggior impatto mediatico l’anno dopo, a marzo del 2010 lo stesso si esibì con un rogo acceso in una caserma di pompieri dando simbolicamente fuoco a 375.000 leggi abrogate in 22 mesi di legislatura, raccolte in circa 150 scatole contenenti i soli titoli. Le norme più vecchie risalivano al 1861 cioè alla nascita del Regno d’Italia; secondo il governo di allora, tale operazione di taglio delle leggi avrebbe permesso di risparmiare 787 milioni di euro l’anno. Le leggi rimaste, sarebbero dovute essere riorganizzate a loro volta in testi unici suddivisi per settore. I testi unici non sono mai stati scritti e la situazione dal 2010 in poi non è per niente migliorata.
Allora con Dpcm 12 giugno 2013 ( oggi sappiamo tutti cos’è un Dpcm) venne istituito un Comitato interministeriale per l’indirizzo e la guida strategica delle politiche di semplificazione. il decreto si prevede che il Comitato entro il 31 marzo di ogni anno:

  • predisponga un piano di azione per il perseguimento degli obiettivi del Governo in tema di semplificazione, di riassetto e di qualità della regolazione per l’anno successivo,

– sentito il Consiglio di Stato, venga approvato dal Consiglio dei Ministri e trasmesso alle Camere;

  • verifichi, durante l’anno, lo stato di realizzazione degli obiettivi, che viene reso pubblico ogni sei mesi;
  • svolga funzioni di indirizzo, di coordinamento e, ove necessario, di impulso delle amministrazioni dello Stato nelle politiche della semplificazione, del riassetto e della qualità della regolazione. Una classica grida manzoniana.
  • Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio, che può delegare le relative funzioni al Ministro per le riforme e l’innovazione nella pubblica amministrazione;
  • è composto, oltre che da quest’ultimo, dai Ministri per gli affari regionali e le autonomie locali, per le politiche europee, per l’attuazione del programma di Governo, dell’interno, dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico, nonché dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Segretario del Consiglio dei ministri.
  • Ogni componente del Comitato può delegare la propria partecipazione ad un Vice Ministro o ad un Sottosegretario.

Al fine di favorire il raccordo con il sistema delle autonomie, il Tavolo è istituito presso la Conferenza unificata. E’ composto dai rappresentanti delle categorie produttive e delle associazioni di utenti e consumatori, nonché da rappresentanti dei Ministeri, della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, dell’ANCI, dell’UPI e dell’UNCEM. Il Tavolo, previsto dall’articolo 5 del DPCM istitutivo del Comitato interministeriale, è stato istituito con un ulteriore DPCM in data 8 marzo 2007.

Supporto tecnico al Comitato
È assicurato dall’Unità per la semplificazione

L’Unità per la semplificazione è presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – Segretario del Consiglio dei ministri, che può delegare le relative funzioni al Segretario generale della Presidenza del Consiglio – Vice Presidente dell’Unità in coabitazione con il Capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio. Cioè una cosa più complicata per proporre la semplificazione non la potevano inventare.
Infatti cosa abbia prodotto dal 2013 ad oggi non è dato sapere. Ci riproviamo con il PNRR!

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