La festa di San Giuseppe, origine e tradizioni. Perché le zeppole

Per il secondo anno consecutivo la festa di San Giuseppe, causa Covid, sarà celebrata diversamente dalle precedenti ricorrenze cui eravamo abituati con le solenni processioni, le luminarie e i concerti bandistici e nei tempi un po’ più lontani da quelli di oggi, da tavole imbandite per i poveri e distribuzione del pane. Un solenne aspetto esterno, folkloristico, intendendo con questo termine tutte le manifestazioni genuine della vita culturale del popolo, che completa l’aspetto interiore più religioso.

Un santo popolarissimo
San Giuseppe è un santo popolarissimo, venerato dappertutto, principalmente per il suo ruolo all’interno della Sacra Famiglia e sia per il suo lavoro.
Si narra che fossero molti i pretendenti di Maria, e recandosi nel tempio lasciarono i loro bastoni, quando li ripresero, il bastone da passeggio di San Giuseppe era fiorito, il segno della scelta. Infatti se vediamo le immagini del Santo notiamo che c’è sempre il bastone fiorito e a fianco a questo elemento che non muta nei secoli, notiamo invece come cambia la figura del Santo. Nel medioevo viene raffigurato come un vecchio, ma attraverso i vari periodi subisce un ringiovanimento. Alcuni per giustificare la differenza di età dicono che addirittura fosse un vedovo con figli. In quell’epoca ordinariamente l’età del matrimonio era di 13/15 anni per le donne e 18/20 per gli uomini e questa sarà stata la loro età.

Il racconto nei Vangeli
La vicenda di Maria e Giuseppe ha inizio nei Vangeli con l’episodio dell’Annunciazione: “Nel sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe, la vergine si chiamava Maria”.
Per opera dello Spirito Santo, Maria concepì un Figlio “che sarà chiamato Figlio dell’Altissimo”.
In queste circostanze “Giuseppe suo sposo che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di allontanarla in segreto” come dice il Vangelo secondo Matteo. L’uomo non sapeva come comportarsi di fronte maternità della moglie di cui sapeva di essere estraneo e, a parte il dolore personale certamente cercò come risolvere una difficile situazione perché Maria poteva essere legittimamente lapidata.
Ecco però che gli apparve in sogno un angelo che sciolse ogni dubbio e gli disse: “Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli salverà il suo popolo dai suoi peccati.
Svegliatosi, Giuseppe, rasserenato con se stesso, fece come gli aveva l’angelo. Il resto lo sappiamo, la nascita nella grotta, la fuga in Egitto eccetera, ma non sappiamo quando e come morì, sicuramente presto perché gli studiosi fanno notare che non era presente alla crocifissione, mentre dai Vangeli Apocrifi ci sono molti più dettagli su San Giuseppe. Ma tralasciando gli aspetti teologici, filosofici e religiosi che sono proprio degli esegeti , a noi interessa il San Giuseppe che si dedica alla famiglia, che vive del suo lavoro di carpentiere. Non a caso nel giorno di San Giuseppe si celebra anche la festa del papà e di patrono degli artigiani e dei lavoratori.
Fra i Santi non è lecito fare delle graduatorie, ma se si facessero probabilmente occuperebbe uno dei primissimi posti, se non addirittura il primo, ma fortunatamente queste cose i Santi le lasciano a noi, miseri mortali.
Chi era San Giuseppe lo sappiamo tutti ed Eduardo De Filippo ne tratteggia la figura con pochi versi nella celebre poesia “ Vincenzo de Pretore”, che è un inno al Santo. Anche in questo caso c’entra la famiglia in un contesto completamente diverso e fortunatamente superato, dove lo stigma del figlio senza padre portava all’esclusione dalla società cosiddetta civile.
Vincenzo de Pretore è un ladruncolo napoletano, figlio di padre ignoto, che finendo spesso in galera pensa di aver bisogno della protezione di un santo che lo assista e lo protegga. Non cerca il classico “santo in Paradiso”, inteso come un’ influente personalità mortale, ma un Santo vero e proprio e possibilmente molto potente.
Così ragiona De Pretore dopo l’ennesimo arresto:

“s’adda perdere ‘o nomm’ ‘e De Pretore
Si nun trovo nu Santo protettore
Ca me protegge ‘nterra, e in aldilà!
E chi sceglio? Chi piglio?” – Finalmente,
chillo ca cerca trova, penza e penza.
Se scigliette nu Santo ‘e conseguenza,
ca meglio d’isso ‘ncielo nun ce stà.
Pato a Gesù, marito d’ ‘a Madonna,
‘mparentat’ a Sant’Anna e a San Gioacchino:
“Si nun me po’ proteggere a puntino
Qua San Giuseppe me pruteggiarrà?”
Arrubbava vasanne fijurelle;
nu furto, nu lumino e ddoje cannele…
Era cadut’ ‘ puorco dint’ ‘e mmele.
San Giuseppe ‘o faceva rispettà.
Chi ‘o manteneva ‘o 19 ‘e Marzo,
‘o jiuorno ‘e San Giuseppe! Addirittura,
si se trovava ‘ncopp’ a na Quistura,
nun se steva cujeto manco llà.

Purtroppo per Vincenzo de Pretore, le cose non andarono nel verso auspicato. Morì per una pistolettata e volato nell’aldilà pretende di essere accolto in Paradiso in quanto protetto da San Giuseppe. Naturalmente la richiesta viene respinta e quando San Giuseppe minaccia di lasciare il Paradiso perché in contrasto con il Patreterno per questo motivo, balza subito agli occhi il suo status di primo piano:

E c’ ‘a mazza fiorita, San Giuseppe,
comme si nun avesse manco ‘ntiso,
lassav’ ‘o posto ‘e copp’ ‘o Paraviso,
c’ ‘a capa sotto, e senza s’avutà.
‘A Madonna, strignènnose dint’ ‘e spalle,
se susette pur’essa e s’avutaje;
facette ‘a riverenza, salutaje,
dichiaranno: “Ma comme pozzo fa?…
Giuseppe è mio marito, certamente…
E lo devo seguire ovunque vada.
Io, come moglie, seguo la sua strada:
‘na mugliera fedele chesto fa”
Gesù Cristo dicette: “Io song’ ‘o figlio…
Che faccio? ‘E llasso sule? E cu’ qua’ core?
Specialmente mia Madre, se ne more…
Io mme ne vaco cu Papà e Mammà”
Sant’Anna fece segno a San Gioacchino
San Giuvanne, cumpar’ ‘o Salvatore…
L’Angelo Gabriele Annunciatore
Pur’ isso s’ ‘a vuleva spalummà.
Tanto, ca ‘o Pateterno se susette,
strillanno: “Fermi tutti!!… Dove andate?
Si overamente ascite e ve ne jate,
‘o Paraviso nun ‘o pozzo fa”

………
Ascoltatela tutta la poesia di Eduardo, ne vale la pena!
Ed ora perché le zeppole a San Giuseppe e per estensione le tavole imbandite per i poveri ed il pane regalato.
A Torre del Greco nei tempi passati si offriva il pranzo per i meno abbienti in “mezzo alla guardia” corrispondente all’attuale Corso Umberto e poi si regalavano letteralmente al locale ospizio della Divina Provvidenza, camionate di pane raccolto che si manteneva fragrante almeno per una settimana.
Peerchè si festeggia il 19
Ma perché il giorno 19 visto che si sa poco della nascita e della morte del Santo. Dunque la data della festa segue un po’ la “prassi” del primo periodo del cristianesimo, quando le nuove ricorrenze si innestano su quelle precedenti. Un po’ come è successo per la data del Natale.
Forse anche per la scelta del giorno 19 marzo è successo così, che cade in coincidenza dell’equinozio. Durante l’equinozio la durata del giorno e della notte sono identiche. Non a caso, il termine proviene dal latino “aequa-nox”, ovvero l’equilibrio tra giorno e notte. L’equinozio di primavera si verifica sempre tra il 19 e il 21 marzo: la data non è fissa, per quest’anno, il 2021, il fenomeno astronomico è atteso il 20 marzo. Esso segna il passaggio dall’inverno alla primavera.
La festa della Liberalia
Durante il periodo romano il 17 marzo veniva celebrata la festa della Liberalia ( festa del Pater liber) durante la quale i ragazzi di 16 anni diventavano maggiorenni. Le famiglie offrivano pane e vino e grandi quantità di frittelle condite con il miele.
Con l’avvento del cristianesimo, spostando la data a ridosso dell’equinozio, San Giuseppe si festeggiò il 19 e si continuò ad offrire il pane e a mangiare le frittelle che con tempo si sono trasformate nelle classiche zeppole.

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