Abolito il Columbus Day, coinvolta e sconvolta la comunità italo-americana

Tenente Colombo

Il Tenente Colombo, con il suo immancabile impermeabile anche quando la temperatura sfiora i 40 gradi all’ombra, e con il suo aspetto fra l’imbranato ed il sardonico, risolve i più intricati casi di omicidio fra gli abitanti della Los Angeles benestante, è fiero della sua discendenza italiana che sbandiera ad ogni pié sospinto. Ora non so quale sarebbe il suo comportamento, ma sicuramente sarebbe sempre lo stesso: orgoglioso della sua discendenza italiana. Perché proprio a Los Angeles, l’11 ottobre scorso, in occasione dell’ ormai discusso Columbus Day, la giornata di festa per ricordare lo scopritore delle Americhe, è avvenuto un fatto grave ed emblematico, un assalto a colpi di vernice rossa come ora ormai è di prassi in omaggio al cosiddetto “Cancel Culture” che ha preso piede nei circoli intellettuali o pseudo tali della classe colta statunitense e che ho preso immediatamente piede fra le classi meno acculturate, come a dire gli estremi si toccano.

La Chiesa di San Pietro a Los Angeles
Interno della Chiesa


La chiesa cattolica italiana di Los Angeles, la Saint Peter Church, la chiesa di San Pietro, è stata imbrattata con della vernice rossa ed è stato messo uno striscione per spiegare il gesto: «Stop colonizing our land», “Finitela di colonizzare la nostra terra“.

Italiani estranei allo sterminio dei nativi
Ma chi è o chi sono gli autori di quest’aggressione che merita una netta condanna, se non altro perché una chiesa è sempre un luogo di pace e fratellanza? Solo un nativo eventualmente avrebbe il discutibile diritto di farlo perchè gli altri, i famosi cow boys del far west, prevalentemente Yankee (cittadini degli Stati Uniti d’America, arrivati prima del 1776), sono stati in assoluto gli sterminatori di tutti gli “indiani” americani.
Il Columbus Day, è, o meglio, era la festa dell’orgoglio degli italoamericani statunitensi che, hanno contribuito in maniera significativa alla crescita e allo sviluppo degli States ed oggi si vedono marchiati come colonizzatori e infatti la ricorrenza è stata cancellata in 25 Stati, diventando la giornata delle popolazioni indigene in quanto Colombo sarebbe uno dei responsabili del massacro dei nativi americani, simbolo della colonizzazione e del razzismo nordamericano.

Assaltata la chiesa cattolica italiana a Los Angeles

Dopo le statue di Cristoforo Colombo ad essere imbrattate di vernice rossa, stavolta è toccato ad una chiesa cattolica italiana, la Chiesa di St Peter a Los Angeles

Una statua di Colombo imbrattata di vernice rossa

L’assalto ad una chiesa italiana, perché è della religione dei “bianchi”, hanno colpito i bianchi sbagliati che da emigranti erano addirittura considerati meno dei nativi e spregiativamente chiamati “ macarones, mangiatori di maccheroni”.

Anche le parole che sono state scritte sulle pareti della chiesa «Land Back», «Usa» e «Stolen Land»: “ridateci la terra che avete rubato”, è fuori posto: Nessun italiano è diventato un farmers negli Usa né un possessore di sterminati “Ranches” depredati ai nativi.

Gli italiani alla guerra di secessione
Gli italiani parteciparono anche alla guerra di Secessione. I soldati borbonici e i garibaldini, entrambi messi alla porta dal nuovo Regno d’Italia, proclamato lo stesso anno in cui scoppiò la guerra di Secessione (1861), si ritrovarono a combattere anche in America su fronti opposti. Il Battaglione Dragoni di Borbone fu inserito nei Cazadores espanoles con circa 300 uomini. Ex soldati borbonici e fuggiaschi dalle Due Sicilie erano in tutte le formazioni militari della Luisiana, come il 10° e il 22° Reggimento, ed anche in formazioni militari di altri stati del sud, reclutati in 3 brigate di Guardia Nazionale con oltre 8000 uomini. Il 10° reggimento fanteria della Luisiana fu immediatamente inviato in Virginia al fronte ed ebbe un ruolo primario nella vittoria confederata di Manassas ove i Nordisti furono battuti.
Diversi furono anche gli Italiani nell’esercito del Nord, in molti casi si trattava di ex-garibaldini come quelli della Garibaldi Guards 39th New York Infantry Regiment. Italiani del Sud contro Italiani del Nord – A Bull Run, il 15 settembre 1862, si scontrarono il 39° reggimento Garibaldi Guard con 68 mazziniani e i borbonici del 10° Reggimento Luisiana. Vinsero i secondi. D’altra parte occorre sottolineare che mentre si combatteva una guerra civile per una giusta causa, l’abolizione della schiavitù, contemporaneamente al Nord continuavano i più efferati massacri contro i nativi.
Chiunque conosce la canzone la celeberrima canzone “Lacreme napulitane” sa la vita dolorosa e faticosa di questi nostri concittadini che lasciarono “casa, patria e onore” per cercare non la fortuna, ma una semplice vita decorosa, sa che di queste lacrime e dolorose vicende è intessuta la via dell’emigrazione italiana.

Fra il 1880 e il 1915 approdano negli Stati Uniti quattro milioni di italiani, su 9 milioni circa di emigranti. Secondo il censimento ufficiale (U.S.CENSUS Bureau) del 2000, sono quasi 16 milioni (il 5,6%) i cittadini con origine italiana e rappresentano il sesto gruppo etnico.

Richiesta di ripristino del Columbus day

I leader della comunità italoamericana, riuniti a Dallas al Continental Avenue Bridge, dove si svolge di solito la celebrazione del Columbus Day e dell’Italian Festival, hanno chiesto ufficialmente di ripristinare il Columbus Day. Biden ha dato il classico colpo al cerchio ed uno alla botte, riabilitando la giornata per Colombo e rinsaldando il rapporto con gli Italo americani, mantenendo la “giornata degli indigeni”»

Il Columbus day istituito per riparare ad un massacro


Il Columbus day fu istituito dal presidente Benjamin Harrison nel 1892 oltre per ricordare la scoperta fatta dal Cristoforo Colombo anche come segno di pacificazione con l’Italia e la comunità italiana, dopo il linciaggio di 11 italiani a New Orleans, avvenuto il 14 marzo 1891 a New Orleans perché accusati di aver ucciso il capo della polizia.
Fu uno dei più truculenti linciaggi di massa della storia degli Stati Uniti. Gli italiani erano considerati degli incivili e dei mafiosi. Nel 1890 a New Orleans si trovava un cospicuo numero di immigrati: su una popolazione di quasi 274.000 persone, infatti, circa 30.000 erano italiani. La notte del 15 ottobre 1890 il capo della polizia David Hennessy venne colpito da alcuni colpi di fucile mentre tornava a casa. Prima di morire avrebbe detto che erano stati gli italiani. Vennero arrestati 19 italiani, di cui 11 accusati di aver avuto un ruolo diretto nell’omicidio. Gli imputati furono giudicati colpevoli dalla stampa ancor prima del processo con il codazzo delle solite affermazioni denigratorie nei confronti immigrati in generale, tale e quale come avviene oggi. Ma otto degli undici imputati vennero giudicati in tribunale, innocenti. Questo non si poteva accettare ed il sindaco di New Orleans , Joseph Shakespeare, che definì gli italiani «gli individui più abietti, più pigri, più depravati, più violenti e più indegni che esistono al mondo, peggiori dei neri », dette fuoco alle micce. Una folla inferocita dalle 3.000 alle 20.000 persone secondo le cronache del tempo, assaltò la prigione trucidando gli undici prigionieri.

Dal 1892 grazie al presidente B. Harrison si ricompose la frattura fra la comunità italiana e quella americana che nonostante il cancel culture, continua ancora oggi.

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